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Max Gallo: quanto conta lo sport in questa Italia

PARLA MAX GALLO | di Fabio Germani
di Fabio Germani

Lo sport tira, non c’è che dire. E sul calcio, poi, siamo tutti competenti, tutti potenziali commissari tecnici. Tutti pronti a giurare che noi no, la formazione non l’avremmo sbagliata. È l’Italia, bellezza. E in queste ultime giornate di campionato c’è una città particolarmente in fermento, che non sta più nella pelle. “Erano vent’anni che non vivevamo emozioni così, per noi è un sogno”.
Napoli sogna, a tre punti dal Milan capolista è lecito. “Sappiamo che presto, però, ci potremo svegliare”. Massimiliano Gallo è condirettore del quotidiano online Linkiesta, ma anche direttore de il Napolista, giornale che segue le sorti della compagine azzurra da poco più di un anno. “L’idea – spiega Gallo a T-Mag – nacque dopo l’ennesima trasferta con Fabrizio D’Esposito. Ci accorgemmo entrambi che avevamo molto da dire sulla nostra squadra del cuore e decidemmo in poco tempo di creare un sito che trattasse di calcio, ma non nelle sue forme più becere. Volevamo dare voce, insomma, ad uno sfogatoio ideale che andasse ben al di là della sola cronaca di una gara. Il Napolista oggi coinvolge tanti tifosi illustri, tra i quali Emanuele Macaluso e Guido Trombetti, ex rettore dell’Università Federico II”. Sono diverse le grandi firme del Napolista: giornalisti, politici e personaggi noti. “Il nostro può considerarsi un ‘bar dello sport’ di élite”.
Non è facile parlare di calcio oggi, contrariamente a quanto si possa pensare. Il giornalista sportivo ha dalla sua una responsabilità di non poco conto, soprattutto a causa dei toni spesso sopra le righe. Soprattutto, potremmo aggiungere ancora, in virtù di un’informazione piuttosto “gossipara” che si riflette anche nello sport. “Noi del Napolista – osserva Gallo – cerchiamo di affrontare gli argomenti in maniera franca, ma creando quei presupposti di convivenza civile. Ad esempio sul nostro giornale scrive anche un napoletano tifoso della Juventus. Ma principalmente parliamo del nostro amore calcistico e pur analizzando ogni aspetto, positivo o negativo, non cerchiamo la polemica forzata”.
Gallo è condirettore de Linkiesta, dicevamo. E nei suoi trascorsi di giornalista può inoltre vantare la vicedirezione del Riformista con responsabilità delle pagine sportive. Ha vissuto in pieno, quindi, il passaggio dall’informazione su carta a quella online. “La prima differenza che ho riscontrato, per banale che sia, è la contemporaneità che si vive lavorando a un giornale online. I tuoi pezzi – chiarisce il direttore – vengono letti un istante dopo essere stati pubblicati ed è molto bello avere un confronto immediato con i lettori. Non solo, sul Napolista abbiamo tifosi che ci seguono da tutto il mondo, opportunità che altrimenti non si verificherebbe. E non è vero che sui quotidiani online non ci si possa dedicare all’approfondimento. Certo – prosegue Gallo –, la carta ha il suo fascino. Io non sono tra quanti auspicano la fine del giornalismo stampato né credo che questo avverrà in tempi rapidi. Non completamente, almeno. Sicuramente i giornali tradizionali cambieranno, ci sarà molto più opinionismo, cosa che sta già avvenendo, ma non scompariranno. A me piace molto lavorare online, ma è pur vero che non è ancora del tutto chiaro come fare impresa sul web. Potrei fare un paragone calcistico: io vorrei che sia il Napoli, la mia squadra del cuore, a vincere il campionato, ma non posso, tuttavia, non riconoscere la superiorità del Milan”. Ma questo diciamolo sottovoce, magari. Non sia mai che ci si svegli dal sogno troppo in fretta.

 

3 Commenti per “Max Gallo: quanto conta lo sport in questa Italia”

  1. Non c’è che da apprezzare un approccio del genere.
    Mi fanno sempre molto pensare le cose che molte persone (anche giornalisti) dicono a più non posso sul football: spesso perdono la testa per una cosa che è un gioco, non scordiamolo.
    Si arriva agli insulti per, fondamentalmente, cose secondarie.
    Perciò, ripeto, questo è lo spirito giusto. discutiamo, analizziamo, ma restiamo nell’ambito del civile.

  2. […] che alle volte meriterebbe un racconto più sobrio onde evitare becerismi e isterie (c'è chi ci prova, comunque). Dall'altra c'è tutto il resto. In Italia è così, più che altrove. Gli sport […]

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