Francia 2012. Hollande in testa, ma Sarkò spera ancora | T-Mag | il magazine di Tecnè

Francia 2012. Hollande in testa, ma Sarkò spera ancora

di Antonio Caputo

Testa a testa con un leggero vantaggio di Hollande su Sarkozy doveva essere, secondo i sondaggi, e testa a testa con un leggero vantaggio di Hollande su Sarkozy è stato effettivamente alle urne: il candidato socialista parte in pole position in vista del ballottaggio che si terrà tra due settimane, avendo racimolato il 28.6% dei voti, rispetto al 27.2 del Presidente uscente neo-gollista. Anche sulla performance del centrista Bayrou i sondaggi ci hanno azzeccato: attorno al 10% era previsto, ed il 9.1 (dimezzando l’ottimo 18.6% del 2007) ha ottenuto.
Dove gli istituti demoscopici hanno toppato, è stato alle estreme: il comunista Jean Luc Melenchon, e la portabandiera dell’estrema destra, Marine Le Pen, erano dati pressoché appaiati al 15-16%, ma il primo si è fermato ben più giù, all’11.1%, mentre, la sorpresa è stata la figlia del leader storico del Front National, che ha sfondato, col 17.9, massimo storico per il partito di estrema destra. Per la Le Pen un dato migliore anche di quanto (16.8%) fece dieci anni fa suo padre, che, con un risultato assolutamente imprevisto, scalzò dal ballottaggio il Premier socialista uscente Jospin, approdando al secondo turno contro l’allora Presidente gollista Chirac.
Le briciole ai candidati minori: alla verde Eva Joly il 2.3%; a Nicolas Dupont Aignan, scissionista (da destra) dall’UMP di Sarkozy, l’1.8%; l’1.7 ai due candidati trotskysti (sommati), Philippe Poutou, Anticapitalista, (1.1%), e Natalie Arthaud, Lotta Operaia, (0.6%); a chiudere Jaques Cheminade (Cristiano Sociale), 0.3%.
In calo l’affluenza alle urne, dall’83.8, al 79.5% con una discesa assai più contenuta del previsto: si stimava oltre un terzo di disaffezionati, ma alla fine la più gran parte degli indecisi è andata a votare, (fattore di cui tener conto anche in Italia) e lo ha fatto scegliendo Le Pen. Alla fine, in tempi di “vacche magre”, la gente a votare ci va eccome: è piuttosto quando sta a “pancia piena”, che diserta le urne.
La candidata del Front National ha catalizzato su di sé il voto di protesta, facendo leva sullo scontento per la crisi che non ha risparmiato la Francia, e intercettando i consensi di chi, impaurito dalla situazione economica, intende rifugiarsi in un messaggio protezionistico anti globalizzazione, che vede nell’Euro e nell’immigrazione un attacco alle proprie sicurezze sociali, acquisite nei decenni scorsi, ed ora messe drammaticamente in discussione.
Territorialmente, la mappa francese vede uno sfondo rosso (territori a prevalenza Hollande), nel quale si staglia una grossa “L” rovesciata blu (territori a prevalenza Sarkozy), dalla regione medio alta fino ai confini italiani. La “L” rovesciata parte dalla Vandea, sull’Atlantico, e taglia la Francia centrosettentrionale fino alla Mosella, ai confini con la Germania, e da lì scende, nella verticale che arriva fino al confine con la Liguria. Nel resto del Paese è in testa Hollande, con un dipartimento che vede però il primato di Marine Le Pen: Gard, non lontano da quella Marsiglia, città problematica dal punto di vista dell’immigrazione, e che vede la candidata di estrema destra, a più del 21%, ben più della media nazionale, ed in controtendenza rispetto alle altre grandi città dove (a parte Nizza), l’alfiera della destra più radicale fa registrare risultati assai più bassi della media.
A Parigi, Hollande sfiora il 35%, Sarkozy si ferma a poco più del 32; entrambi più alti che nel resto del Paese: la Capitale si conferma punto di forza gollista, com’è da sempre, ma anche per i socialisti, come avviene da circa un decennio, da quando cioè il socialista Bertrand Delanoe ne divenne sindaco.
Tra i giovani, testa a testa a tre Hollande, Sarkozy, Le Pen; gli anziani preferiscono il Presidente uscente, così come le donne; il voto maschile vede la netta prevalenza del candidato socialista; anche Le Pen e Melenchon fanno meglio tra gli uomini. Fuori dalle città e tra gli operai, sfonda il Front National della Le Pen.
Vittoria di Hollande, dunque, e sconfitta per Sarkozy; per la prima volta un Presidente uscente è costretto ad inseguire al primo turno; non era mai accaduto, neppure nell’unica elezione in cui un Capo dello Stato sia stato battuto: era il 1981, quando il centrista (che guardava a destra) Giscard d’Estaing subì al ballottaggio il sorpasso del socialista Mitterand.
Sarkozy, a differenza di cinque anni fa, non è riuscito a “fare il pieno” a destra, tra un elettorato che si è sentito profondamente deluso dal Presidente che prometteva una svolta, mai realizzata, rispetto ai mandati di Chirac.
Sarkò paga nelle urne l’esser stato “il signor Merkel”, ossia un signorsì rispetto ai desiderata della Cancelliera tedesca. La linea del “rigore ad oltranza”, imposta da Berlino, entra in crisi col voto della scorsa notte, ed è un no che arriva dal cuore d’Europa, in una Francia che nel complesso (e ad eccezione di buona parte delle metropoli) si conferma una volta di più un Paese di destra, dove le sinistre, sommate, non vanno oltre il 43% a fronte del 47% delle destre. E sarà interessante capire come un tale risultato si rifletterà sulle elezioni politiche di giugno: se confermati, i dati della scorsa notte potrebbero portare al ballottaggio molti candidati del Front National nei collegi uninominali, che se la giocheranno al secondo turno con gollisti e socialisti, facendo molto male all’UMP di Sarkozy.
Neanche il tempo di fermarsi ad analizzare il risultato del primo turno e già riparte la campagna elettorale per il decisivo “spareggio” del 6 maggio: Sarkozy, indietro nei sondaggi anche per la sfida del secondo turno (46-54), punta alla rimonta sfidando Hollande nel dibattito TV, su cui spera, data la sua abilità dialettica e la legnosità dell’esponente socialista, di convogliare su di sé gli indecisi, per ribaltare il verdetto.
Il comunista Melenchon e la verde Joly hanno già dichiarato appoggio incondizionato ad Hollande; non si dovrebbe schierare la Le Pen, mentre il centrista Bayrou ha annunciato che farà le sue proposte ai candidati, per appoggiare quello che riterrà più vicino. Molto probabile che Hollande intercetti la più gran parte dei voti di sinistra radicale e verdi. A prescindere da come si schiererà Bayrou, i suoi voti si divideranno più o meno in egual misura tra i due candidati. La maggior parte dei voti di Le Pen andrà a Sarkozy, ma più di qualcuno sceglierà Hollande, e diversi non voteranno.
L’unico socialista a vincere nella Quinta Repubblica è stato Francois Mitterand, che nel 1981 approfittò della divisione nella droite, tra il Presidente centrista Giscard d’Estaing, ed il Premier gollista Chirac, il quale al ballottaggio appoggiò il candidato socialista, che prevalse con uno striminzito 51%, per poi confermarsi più largamente, proprio contro l’allora Premier (Chirac) nel 1988. Dopo 17 anni di presidenze golliste, Hollande potrebbe riconquistare l’Eliseo alla gauche; Sarkozy si batterà come un leone per evitarlo: quindici giorni e vedremo come andrà.

 

2 Commenti per “Francia 2012. Hollande in testa, ma Sarkò spera ancora”

  1. […] Francia 2012. Hollande in testa, ma Sarkò spera ancora […]

  2. CRISTIANOTRIESTE

    Hollande e Sarkò due politici degni della contemporaneità.

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