Economia in difficoltà anche a Natale
Non si esclude una reazione delle famiglie alla crisi, ma sui consumi pesano le incertezze e una maggiore propensione al risparmio. In affanno il settore della ristorazione
di Redazione
Se da un lato emergono le difficoltà di bar e ristoranti che, come sottolinea Coldiretti, «nonostante i cambi di colore in Italia restano chiusi due bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi su tre per un totale di oltre 215 mila locali situati nelle regioni rosse e arancioni dove è proibita qualsiasi attività al tavolo, con un drammatico impatto su economia ed occupazione» (una perdita complessiva per la ristorazione nel 2020 di quasi 41 miliardi di euro), dall’altro lato le previsioni sui consumi in vista delle festività di Natale sembrano anticipare una volontà di reazione alla crisi.
Certo è che non sarà un Natale come tutti gli altri, ma l’indagine annuale dell’Ufficio Studi Confcommercio su consumi di Natale e tredicesime sembra illustrare qualche spiraglio positivo, a fronte, tuttavia un calo pesante dei consumi, intorno al 12% rispetto all’anno scorso.
In più le tredicesime saranno più più leggere, con una forte riduzione di coloro che faranno regali: da quasi l’87% del 2019 a poco più del 74%. Ma chi può, aggiunge Confcommercio, spenderà per i regali una cifra solo un po’ più bassa di quella dello scorso anno (164 euro a testa contro i quasi 170 del 2019).
Quello di dicembre, che per i consumi commercializzabili vede ridursi il suo valore economico da 81 a 73 miliardi, resta comunque il mese più importante dell’anno.
«Potrebbe valere ancora di più – spiega a tale proposito l’Ufficio Studi Confcommercio – se ci fossero condizioni più favorevoli di contesto e di fiducia: molti italiani potrebbero spendere le risorse involontariamente accumulate durante il lockdown per mancanza oggettiva di opportunità di consumo. I risparmi detenuti in forma liquida sono cresciuti di 80 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2020 rispetto alla prima parte del 2019».
A incidere maggiormente, infatti, le conseguenze dell’emergenza sanitaria riassumibili con le crescenti difficoltà nell’occupazione e il notevole aumento della propensione al risparmio.