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Perché tutti parlano di Clubhouse

Un nuovo social network, già valutato un miliardo di dollari, che si basa sui contenuti vocali. Ma per adesso si può accedere solo su invito

di Redazione

Clubhouse è un nuovo social network, creato solo ad aprile 2020 (e già valutato un miliardo di dollari) che sta raccogliendo l’attenzione di moltissimi utenti. Come ogni social permette di conoscere e interagire con gli altri iscritti, ma al contrario dei più noti e utilizzati Facebook e Instagram, Clubhouse si basa non su testi scritti o immagini, ma i contenuti sono esclusivamente vocali, una sorta di piattaforma podcast in diretta. Infatti il social, in cui si comunica solo attraverso audio, non permette la registrazione delle note ed è possibile ascoltare ed essere ascoltati non solo dai propri amici, ma da tutti gli iscritti che entrano nelle “stanze” (quando pubbliche).

Photo by William Krause on Unsplash

La piattaforma è strutturata in una serie di stanze tematiche, appunto, suggerite in base ai contatti, agli interessi e alle persone che si seguono, in cui l’utente può entrare e ascoltare il moderatore, ma anche intervenire. Permette, quindi, dibattiti e discussioni live su qualsiasi argomento. Ogni utente può creare una stanza ed esserne perciò il moderatore, o entrare in quelle in cui si parla di tematiche di suo interesse. Come la piattaforma di videoconferenze Zoom, anche sul social è possibile programmare le stanze e limitare il numero dei partecipanti, ma senza la possibilità di essere visti o essere ripresi ed è possibile intervenire per “alzata di mano” quando il moderatore dà la parola.

Al momento, però, per potersi registrare è necessario possedere un iPhone -perché l’applicazione per Android non è ad ora disponibile- ed essere invitato da un utente già attivo. Secondo quanto dichiarato dai creatori, Paul Davison e Rohan Seth, il social negli Stati Uniti avrebbe già due milioni di iscritti. Tra questi anche Elon Musk, che con il suo recente intervento all’interno della piattaforma ha catalizzato l’attenzione in modo ancora più rapido, ospitato nella stanza organizzata dal venture capitalist Marc Andreessen, raccogliendo in pochissimo tempo più di cinquemila uditori e molti altri in stanze parallele in cui veniva trasmesso in streaming l’evento.

Clubhouse, insomma, rimane un social “di élite” come lo era stato Facebook nella sua fase iniziale o anche Instagram agli esordi. In Italia ad essere attualmente registrati sono soprattutto giornalisti o esperti, ma le stanze tematiche spaziano dai temi più seri a quelli più leggeri, come serie tv o cucina.

Come tutti i social network ha anche delle problematiche, di cui si discute soprattutto vista l’attenzione sempre maggiore riposta verso la privacy. Clubhouse, ad esempio, in fase di registrazione non viene associato ad una mail, ma al proprio numero di cellulare. Altre critiche riguardano sarebbe proprio le stanze, dove è il moderatore che organizza e lascia parlare, ma non è possibile controllare o limitare gli argomenti di conversazione – come in qualsiasi dialogo face to face -, rendendo possibile la diffusione di notizie o argomenti fuorvianti.

 

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