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Spot elettorali/2

di Fabio Germani

Come già fatto alla vigilia del caucus in Iowa, analizziamo una serie di spot elettorali dei candidati alle primarie repubblicane in attesa del voto nel New Hampshire.
Mitt Romney è il favorito di questo turno. Una sua eventuale sconfitta è da escludere aprioristicamente, i sondaggi sono dalla sua parte (compresa una rilevazione Gallup su scala nazionale). Potrebbe pesare la recente gaffe sui licenziamenti, ma la vittoria non è affatto compromessa.

Questa sicurezza è dimostrata anche dal tipo di spot a cui lavora lo staff di Romney. Prosegue la campagna di stampo obamiano e l’ultimo spot sul New Hampshire appare come un mix di diversi stili comunicativi, dall’identificazione (compare più volte il suo nome) alla rassicurazione (è spesso al fianco della moglie e disponibile con i cittadini e con i sostenitori). Il suo è un autentico invito a fare la Storia degli Stati Uniti d’America.

Rick Santorum, l’otsider più insidioso in Iowa, ha festeggiato a lungo il suo secondo posto. E ha pubblicato più di un video di ringraziamento ai suoi sostenitori.

Ron Paul, invece, insiste con la negative political advertising. Se nella precedente occasione il bersaglio era stato Newt Gingrich, stavolta tocca proprio a Santorum subire l’attacco di Paul.

Gli attacchi frontali dei candidati repubblicani tendevano in un primo momento a escludere Mitt Romney più degli altri. Quasi a confermare che l’uomo da battere sia considerato anche dai rivali l’ex governatore del Massachusets. Negli ultimi giorni, invece, qualcosa è cambiato (come è apparso durante l’ultimo dibattito) e anche Romney è diventato oggetto di campagne mediatiche poco lusinghiere. Newt Gingrich, ad esempio, focalizza nel video l’attenzione sul suo piano per il rilancio del lavoro rispetto al programma di Romney ritenuto evidentemente troppo timido. Lo spot sembra una mera pubblicità comparativa.

Jon Huntsman è il candidato repubblicano al momento più “debole”. E ciò nonostante gli addetti ai lavori nutrano importanti aspettative nei suoi riguardi. È di qualche giorno fa l’endorsement del prestigioso Boston Globe e alla notorietà dell’ex ambasciatore in Cina sta inoltre influendo l’attenzione mediatica nei confronti delle tre giovani figlie, peraltro molto impegnate nella campagna. In questo video – uno scorcio di un dibattito televisivo – viene enfatizzata la priorità di Hunstman (“Coutry first”) in quello che appare un inno al Paese.

 

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